Le prime parole di Adele... la sentenza di oggi appartiene a tutti

Adele Chiello Tusa... soddisfatta per la condanna all'ex capo della Capitaneria, ma invita a non abbassare la guardia

La procura aveva inizialmente chiesto l’archiviazione ma Adele Chiello Tusa, madre di Giuseppe che si era opposta e il gip aveva ordinato al pm nuovi accertamenti. Per questo la condanna di Angrisano, a tre anni, è stata vista dalla mamma coraggio e dai cittadini arrivati da altre parti d'Italia. In testa i portavoce del comitato Verità e Giustizia nato dopo la strade della stazione di Viareggio, come un grande segnale di speranza anche per le altre stragi rimaste impunite, “dal Vajont a Ustica, dal nord al sud dell'Italia”.

“Ora c'è speranza anche per il processo del crollo del Ponte di Genova”. Adele ha poi inviato questo comunicato all'Associazione Il Mondo Che Vorrei presente con una delegazione fuori dal tribunale di Genova


Sette lunghi e dolorosi anni, un percorso con tanti ostacoli, soprattutto di omissioni, tuttavia ho sempre creduto di arrivare alla verità. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto e hanno creduto nella mia battaglia, soprattutto ringrazio l’associazione “Il mondo che vorrei” che non mi ha mai lasciata sola. L’unione è un valore aggiunto, la sentenza di oggi appartiene a tutti. Finalmente si è dimostrato che la determinazione nella ricerca della verità è l’unico elemento che possa dare giustizia alle tantissime vittime, causate da un sistema che antepone il profitto economico alla vita dell’uomo. Un sistema che va combattuto senza sconti per nessuno, senza colori di bandiere, senza paura di arrivare alle responsabilità dei vertici. Da dove tutto viene gestito, perché tutte le aziende sia pubbliche che private sono amministrate da personaggi che occupano un ruolo importante per l’economia del nostro paese. Ed è proprio il sistema politico che accondiscendente contribuisce alle violazioni delle norme di sicurezza dei cittadini italiani. Non bisogna preoccuparci di quanto costa un lavoratore, ma di quante vite si perdono risparmiando per la sicurezza. La mia battaglia non è stata solo per la morte di mio figlio Giuseppe Tusa, ma per tutti quegli uomini che di lavoro muoiono, per tutte le stragi italiane che nell’indifferenza totale continuano ad accadere.  Chi si gira dall’altra parte contribuisce allo sfregio delle norme per la sicurezza e la salute di tutti i cittadini. Portare in tribunale vertici istituzionali per le loro responsabilità è un messaggio chiaro come sosteneva Giuseppe Tusa: “la legge è uguale per TUTTI”! Grazie